Trump in un video: “Sto meglio”. Ma è giallo sui tempi della sua malattia e su quanti ha contagiato
Potrebbe aver contagiato decine e decine di persone.
Quando si parla di Donald Trump non si ha mai la certezza di avere a che fare con notizie vere o manipolate. La vicenda della sua positività al coronavirus lascia spazio a molti dubbi, soprattutto dopo la conferenza stampa che il team di dottori che si sta occupando di lui ha tenuto ieri. In particolare sorgono queste domande:
– quando Trump è risultato positivo?
– quando è stata l’ultima volta che è risultato negativo?
– quante persone ha contagiato?
– è stato aiutato con l’ossigeno o no?
– i test rapidi che fanno alla Casa Bianca sono affidabili o no?
L’incertezza sui tempi della positività di Trump
Perché è grave non sapere quando, di preciso, Donald Trump è stato contagiato? Per il semplice motivo che il Presidente degli Stati Uniti negli ultimi giorni non è stato affatto scrupoloso nel rispetto delle regole, ha partecipato a eventi con centinaia di persone senza indossare la mascherina e, di conseguenza, potrebbe aver contagiato moltissima gente. Non a caso da quando la notizia della positività sua e di sua moglie Melania è stata diffusa sono state trovate più di venti altre persone positive nel suo entourage e tra coloro che hanno frequentato la Casa Bianca nelle ultime due settimane, giornalisti inclusi.
Stando alla notizia ufficiale, quella comunicata dallo stesso Trump su Twitter, il Presidente avrebbe ricevuto l’esito della positività del suo ultimo tampone giovedì sera, 1 ottobre 2020 e già venerdì verso l’1 di notte ha dato a tutti la notizia. Qui sorge il primo dubbio, perché, invece, durante la conferenza stampa del team di medici che si sta occupando di lui al Walter Reed Medical Center, i dottori hanno fatto capire che la positività è emersa come minimo mercoledì.
Il dottore della Casa Bianca Sean Conley, infatti, ha detto sabato mattina, che Trump è risultato positivo per la prima volta al coronavirus 72 ore prima, quindi mercoledì. E il medico del Johns Hopkins Brian Garibaldi, che è esperto in terapia intensiva e in gravi infezioni polmonari, ha detto che Trump è stato sottoposto a una cura anticorpale sperimentale “circa 48 ore fa”, quindi già giovedì, quando in teoria non aveva ancora il responso del tampone.
Quando, dopo la conferenza stampa dei medici, i giornalisti hanno cominciato a ragionare sui tempi della positività di Trump, i funzionari della Casa Bianca hanno cercato di metterci una pezza e hanno detto che c’è stato un errore in quanto detto dai medici e lo stesso dottor Conley ha scritto una nota in cui ha chiarito:
“Il presidente è stato diagnosticato per la prima volta con COVID-19 la sera di giovedì 1 ottobre e aveva ricevuto il cocktail di anticorpi di Regeron venerdì 2 ottobre”
La terapia cui fa riferimento è una cura sperimentale della Regeneron Pharmaceuticals. Ma sembra davvero difficile credere che due medici di quel livello, Conley e Garibaldi, si siano sbagliati durante la conferenza stampa. È più facile pensare che alla Casa Bianca abbiano pasticciato un po’ con i tempi scelti per la comunicazione della notizia, che la positività di Trump sia realmente emersa mercoledì, ma che abbiano temporeggiato prima di ufficializzarla, magari semplicemente per studiare la strategia o addirittura per capire se era possibile nasconderla. Ovviamente non è stato possibile tenerla nascosta perché Trump ha avuto bisogno del ricovero, quantomeno per precauzione, visto che si tratta di un soggetto anziano, sovrappeso e sotto stress e che non segue una alimentazione sana né fa attività fisica. Insomma, è un soggetto altamente a rischio.
Come sta realmente Donald Trump?
Altro “domandone”: come sta davvero Donald Trump? Per fugare ogni dubbio, ieri sera ha pubblicato un video su Twitter in cui sostanzialmente dice di passarsela bene, che le cure a cui lo stanno sottoponendo sono miracolose e ha ringraziato i medici e tutti coloro che, in questi giorni, stanno manifestando il loro sostegno al Presidente USA.
In realtà i dubbi restano, eccome. Un video in cui peraltro appare un po’ stanco e deconcentrato non chiarisce proprio nulla, soprattutto perché i suoi medici continuano a dire che Trump non è affatto fuori pericolo, che le prossime 48 ore saranno quelle cruciali e che nel decorso della malattia tra il settimo e il decimo giorno c’è la fase più critica.
I medici che lo hanno in cura hanno solo detto che su Trump è stata usata una cura sperimentale della Regeneron Pharmaceuticals, non è stato specificato se il Presidente, quando è arrivato in ospedale, ha avuto bisogno dell’ossigeno oppure no e dal punto di vista delle terapie cui il Presidente sarà sottoposto in questi giorni c’è da aspettarsi che non venga applicata la massima trasparenza nelle comunicazioni. Anche perché si sta facendo di tutto per evitare il passaggio dei poteri al vicepresidente Mike Pence.
Quante persona ha contagiato Donald Trump?
Il vero problema in questo momento, oltre alla salvaguardia della salute del Presidente, è anche il contact tracing. Ieri in conferenza stampa la domanda è stata fatta chiaramente da una giornalista a dottor Conley, che, però, ha risposto elusivamente. Il guaio è che Trump negli ultimi giorni prima del ricovero non è stato particolarmente rispettoso delle regole anti-Covid.
Mercoledì scorso è stato a una manifestazione in Minnesota, giovedì ha partecipato a una raccolta fondi nel New Jersey dove sarebbe stato a contatto con un centinaio di persone e non avrebbe indossato la mascherina. Secondo delle fonti a lui vicine, mercoledì aveva già dei sintomi e dunque era altamente contagioso.
Probabilmente Trump era contagioso già durante il dibattito presidenziale di martedì scorso contro Joe Biden, il quale ha fatto il test insieme alla moglie e (per ora) è risultato negativo. Tra l’altro, arrivando al dibattito, Trump non si è sottoposto al tampone perché è arrivato troppo tardi per essere testato e gli organizzatori si sono affidati a una sorta di “sistema d’onore” ritenendo che fosse negativo per via dei test fatti in precedenza.
Dopo la notizia della positività di Trump, sono emerse molte altre positività tra le persone che hanno frequentato la Casa Bianca, molti dei quali hanno partecipato a un evento nel Rose Garden per festeggiare la nomination di Amy Corney Barrett alla Corte Suprema, un evento al quale le mascherine non sono state molto utilizzate.
Sono dunque potenzialmente moltissime le persone che potrebbero essere state contagiate in questi giorni da Donald Trump e dal suo entourage, ma non c’è ancora certezza su quando il Presidente sia diventato effettivamente contagioso.
L’inaffidabilità dei test fatti alla Casa Bianca
C’è anche un ulteriore elemento che contribuisce a rendere molto incerta la situazione circa i contagi alla Casa Bianca, perché lì viene usato un test rapido che si chiama Abbott ID Now, che non sembra particolarmente affidabile. Infatti pare che possa restituire fino al 48% di falsi negativi. E tra l’altro è un test che non riesce a scoprire la malattia se non si sono ancora manifestati sintomi, per questo molte persone testate potrebbero essere risultate negative pur essendo infetto. Tra l’altro nella Casa Bianca ultimamente c’è stata anche molta indulgenza sulle misure anti-Covid più indispensabili come la distanza fisica e l’uso della mascherina.